Se c’è una cosa che non si può dire di Bradley Wiggins è che sia banale. Il vincitore del Tour de France 2012, ritiratosi al termine del 2016, di tanto in tanto torna a parlare, raccontando aneddoti e illustrando le sue idee sui più svariati temi di attualità. Da un po’ di tempo ha lanciato anche un proprio podcast, “The Bradley Wiggins Show”, nel quale intrattiene gli ascoltatori con analisi e chiacchierate con alcuni ospiti. In una delle ultime puntate è tornato a parlare dei proficui, ma durissimi, anni con il Team Sky, grazie al quale ha portato a casa 27 sui 33 successi da professionista.
“La Sky ha disumanizzato il ciclismo, ha tolto l’emozione dalle corse – spiega Wiggins – Non voglio essere ipocrita, visto che evidentemente ne ho beneficiato anch’io. Ma ce ne rendiamo conto solo dopo. Non ho mai potuto festeggiare nulla. Non c’era tempo per apprezzare quei momenti. È un peccato, ma dovevamo passare da una corsa ad un’altra con l’obiettivo di vincere sempre. È una cosa brutale e toglie tutto il romanticismo, ma non avrei mai vinto tutte quelle corse se non avessi agito così. È grazie a questo che ho vinto il Tour ed è grazie a questo che Geraint Thomas l’ha vinto a sua volta”.
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